Il mio compito era quello di rimuovere gli ostacoli che bloccavano la strada al mio paziente. Non dovevo essere io a compiere l'intero lavoro; non dovevo ispirare al paziente desiderio di crescere, curiosità, volontà, gusto per la vita, premura, fedeltà o un'altra qualsiasi della miriade di caratteristiche che ci rendono pienamente umani. No, quello che dovevo fare era identificare e rimuovere gli ostacoli: il resto sarebbe venuto automaticamente, alimentato dalle forze di autorealizzazione insite nel paziente.